Se dovessi rispondere alla domanda “quando, come e perché la corruzione ha ricominciato a vivere, dopo il 92, la sua seconda e prospera vita?” replicherei seccamente così: quei fenomeni di corruttela e di illegalità sono tornati a prosperare quando questo Paese è stato accecato dall’idea che “il privato è meglio” e che esternalizzare attività pubbliche fosse segno di modernità; hanno ricominciato a prosperare costruendo la loro “fortuna”, cioè, dentro quel recinto definito, da un lato, dalle spinte a “privatizzare” e, dall’altro, dalla progressiva invadenza degli interessi politici nella gestione della cosa Pubblica.
La nostra Organizzazione, che inascoltata denunciava proprio i rischi di una progressiva ripresa di quei fenomeni, anche per questo non può che essere in prima fila nella lotta ai dilaganti fenomeni di illegalità e corruzione che soffocano il Paese.
I recenti accadimenti di Mafia Capitale e tutti gli episodi di corruzione e illegalità legati agli appalti pubblici e alla PA fanno diventare primario e fondamentale non solo il tema della repressione, ma anche quello della prevenzione.
Per far ripartire il Paese, infatti, non basta reprimere, bisogna prevenire i fenomeni illegali, bisogna investire sul cambiamento culturale che producono le pratiche di legalità e sul “buon lavoro” che dalla legalità e solo dalla legalità può discendere.
E in quest’ottica i posti di lavoro, tutti gli uffici della PA devono diventare il luogo principe della prevenzione e della trasparenza.
Attraverso l’inclusione, la partecipazione e la democrazia e la contrattazione sui posti di lavoro si devono costruire le basi per ristabilire e radicare un nuovo  senso dello Stato, quel fondamentale principio di coesione tra cittadini e lavoratori che è poi alla base di ogni progetto di repressione e lotta efficace, ma anche di qualunque idea di riforma che sia possibile definire sensata: del “buon lavoro”, in una parola.
Con le elezioni Rsu, in ogni posto di lavoro si eleggeranno i rappresentanti di quella dignità professionale e di quell’etica  di cui sono portatori sani i lavoratori dei servizi pubblici.
Le nostre Rsu, per noi, saranno anche e soprattutto il presidio della trasparenza delle procedure, dell’organizzazione e delle decisioni dell’amministrazione.
Le nostre Rsu con la contrattazione, saranno artefici di quelle pratiche di legalità, coscienti che solo così si potrà determinare vero sviluppo e cambiamento per un lavoro migliore e un Paese migliore.
Noi, le nostre Rsu, le lavoratrici e i lavoratori: tutti sempre più consapevoli del ruolo che il lavoro pubblico ha e pretende di avere nella ricostruzione del nostro Paese: NOI SIAMO UN’ALTRA STORIA!

 Rossana Dettori

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